il lettore fantasioso

Correva l’anno 1878 ma, essendo novembre, cominciava ad essere stanco e sfiatato. Eppure qualcosa si muoveva. Francisco Fernando de la Peña Ordonez Blasco Martinez Ibarra, detto Detto, incontrò per caso un suo amico d’infanzia, Orlando Ramirez Martin Vasquez Sanchez Torero Torero Olé. Quand’ebbero finito le presentazioni s’era fatto tardi (anche perché i due erano accompagnati dalle rispettive signore e da quattro pargoletti ciascheduno) e così decisero di reincontrarsi al più presto, magari saltando i convenevoli. Comunque era stato un bel momento. Ognuno di loro aveva ripensato ai tempi della scuola, quando la maestra perdeva quasi tutta la prima ora per fare l’appello e quando loro (bricconi!) facevano finta di avere l’otite (ribricconi!) per farsi ripetere i nomi. Eh, bei tempi quelli. Tempi in cui le fragole nascevano spontanee sugli alberi, tempi in cui si parlava si parlava ma non si arrivava mai ad una soluzione, tempi in cui se non stavi attento ti fregavano l’autoradio da sotto l’ascella, tempi in cui l’ascella non si lavava per tenerci incollata l’autoradio, tempi in cui se solo Brooke avesse osato sfiorare la Perla di Labuan sarebbe arrivato Sandokan e gli avrebbe fatto un culo così, tempi in cui Brooke si portava tranquillamente a letto la Perla di Labuan appena finita la puntata, tempi in cui andavano veramente forte i Bee Gees, tempi in cui Antonio Di Pietro chiedeva padende e libbretto, tempi in cui il Milan era in serie b, tempi in cui Den Harrow cantava Catch the fox vestito con una canottiera di rete da pesca e con l’arco in mano correndo in mezzo alla neve, tempi in cui Pippo Baudo presentava Sanremo, tempi in cui nessuno si sarebbe mai sognato che il Ciao Crem sarebbe diventato bicolore, tempi in cui una raccomandazione valeva davvero, tempi in cui i bambini (ma anche i grandi) facevano la pipì appena entrati in piscina.
Forse c’è un po’ di nostalgia in queste parole ma non per questo rimpiango i tempi in cui si poteva parcheggiare in centro, i tempi in cui sulla Svizzera c’era lo Scacciapensieri, i tempi in cui sempre sulla Svizzera c’era il Buzz Fizz Quiz, i tempi in cui sulla Svizzera non c’era nient’altro, i tempi in cui almeno la Svizzera si vedeva, i tempi in cui.
Certo non si può sempre stare a guardare mentre gli altri fanno, o a fardare mentre gli altri guanno, qualche volta bisogna pur agire. Detto questo Piero prese in mano la situazione e voltò a sinistra. Cosa c’è dietro l’angolo? I sogni aiutano a vivere meglio o la vita è un sogno? Mentre si alambiccava il cervello con questi angoscianti interrogativi, Piero decise che la cosa migliore da fare era raccontare una storia. E disse. C’era una volta, in una notte d’estate, una bellissima principessa.

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