“mimmo”

.. è avendo per le mani la piccola che mi accorgo di non essere più un bimbo. “mimmo”, come dice lei. non ho più quella elasticità, non ho quelle forme.. il mio fisico è cambiato, ha preso la piega degli anni, è stato sbattuto dal vento, dalla neve, dal caldo e dalle birre..
e allora, qual’è la mia nuova dimensione?
qual’è la nuova storia che racconta questa cornice di pelle, ciccia, ossa e cuore?
ho voglia di raccontare una piccola cosa..

.. metti una montagna, alta e imperscrutabile..
prendila come riferimento. fai conto che con essa dovrai fare i conti prima o poi. cioè, tu, inevitabilmente, dovrai salirci, su quella montagna, perché sei fabbricato solo per questo. non sai fare altro.. si, ti puoi distrarre, puoi girellare e circumnavigare, ma a un certo punto, qualcosa dentro di te, ti dice che devi salire..
..e allora sali..
e mentre sali, faticando, scopri che la fatica vera non sta nella salita, ma nelle diverse atmosfere che incontri alle diverse altitudini..
prima il grande caldo, salti, sorrisi e giochi nel grano..
poi, si sale, la temperatura rinfresca, il fiato s’accorcia.. comincia a tirare ‘sta maledetta.. ma non è quello il punto.. è che ti scopri concentrato sul tuo sforzo, in fondo su te stesso.. e il resto non esiste più.. va scomparendo..
e continui a salire.. fa freddo.. sei solo..
scopri che hai lasciato il mondo alle tue spalle, e il mondo non ti segue più.. sei solo.. ecco il problema..
ti fermi un secondo, asciughi il sudore gelato, guardi indietro e sai che non tornerai.. la tua unica possibilità è continuare a salire.. solo..
..e sali..
adesso non c’è più niente che ti dia riparo.. intorno a te, solo la neve e i ghiacci..
c’è il silenzio.. quello che hai sempre detto di cercare e che adesso ti fa paura.. c’è il cielo.. che è troppo ampio per potersi far abbracciare.. è troppo lontano.. le uniche cose calde che sono in tuo possesso sono le lacrime.. e le usi..
.. ma poi finiscono, ghiacciate, sulle tue gote rugate..
e finite le lacrime che fai?
.. vai avanti.. sei fatto per quello.. tu sai solo salire..
la montagna è davanti a te.. sempre più impervia e cattiva..
sempre più silenziosa..
l’unico rumore che ti è dato sentire è il fischio del vento che ti accompagna.. l’unica compagnia..
hai ormai abbandonato tutto e tutti.. hai maturato la tua solitudine.. vai in direzione della tua fine, nel freddo dei ghiacci eterni..
.. e quando non ci speri proprio più, quando non hai più corpo, né saliva, eccolo..
.. un piccolo fuocherello..
nel nulla..
era là da un po’, ma tu non sapevi che potesse esistere..
ti avvicini, diffidente..
.. scruti da lontano, cerchi di capire chi può averlo acceso e per che motivo.. lasciato là? per te?
non capisci.. forse non c’è proprio niente da capire..
nel freddo della montagna, impari a fare a meno di tante spiegazioni e sofisticherie.. semplicemente, ti fermi e cerchi di scaldarti.. e provi finalmente sollievo..
.. dopo tanta solitudine..
sì, caldo.. finalmente..
.. in quel momento, vorresti poter portare tutto quel calore con te.. quel calore, finalmente ritrovato.. via con te.. perché tu continuerai a salire.. sei fatto per quello.. solo quello sai fare..
allora prendi due tizzoni, li metti contro il tuo cuore e, faticosamente, riprendi la strada..
.. non sai dove ti porterà.. non sai se arriverai da qualche parte, o se sarai costretto a fermarti..
quei due tizzoni, caldi come il tuo cuore, ti aiuteranno.. questo lo sai.. per questo li porti con te.. perché li senti..
ti segnano definitivamente il corpo, il cuore.. avrai altre piaghe.. scoprirai altre pieghe, quando – per un sicuro sbaglio – ti scivoleranno, per un istante dal grembo.. ma non li perderai..
non lascerai mai spegnere quelle fiamme che ti hanno risvegliato in mezzo al freddo della solitudine.. avrai cura di loro..
saprai come tenerle accese..
e, camminando, arriverai in cima.. un giorno..
.. con tanto freddo e ancora più segni nel corpo, ma – forse – tanto, tanto caldo nel cuore..

.. ho capito di non essere più “mimmo” oggi.. e di aver forse perso elasticità, tempo, occasioni..
.. ma ho capito di essere molto “ricco” oggi..
.. molto più di sempre..
.. e la montagna della mia vita, quella che continuo a salire, è la mia migliore amica..

(max vergani, 28 giugno 2011)

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faccia

morbida, sensuale, cangiante, mutevole
seeee.. certo, però non me la racconti giusta

rapace, viva, spiazzante, protagonista
seeeeee.. ok, ma non mi piace

barbuta, barbosa, sfrontata, pelosa
vabbé.. sì, però c’è qualcosa che non quadra

occhiuta, slabbrata, pubblica, piaciona
se.. se.., rimane però qualche fatto..

io dico
che ogni faccia
parla una lingua

.. è bello
solo se si trova
l’interprete giusto

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casa, cos’è

cos’è casa?
casa è dove respiri profondamente
casa è dove puoi puzzare, dormire, fare l’amore
casa è dove studi, leggi
casa è dove c’è casino
casa è anche dove c’è silenzio
casa è dove si sta in pace o in guerra
casa è dove siamo almeno in due.. ma forse anche di più
casa è dove torni
casa è dove quando parti lasci almeno una lacrima
casa è dove suona sempre il telefono
casa è dove, se vuoi, non rispondi al telefono
casa è dove hai il tuo rasoio, i tuoi biscotti
casa è dove non trovi mai il mestolo grande o il vassoio
casa è il mazzo di chiavi più grande
casa è l’odore che riconosci aprendo la porta

casa mia è ancora liquida
casa mia sarà dove metterò radici

.. e, se sarò capace, crescerò piano piano
forte e nodoso come un ulivo senza età

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soli, insieme

soli, insieme

noi siamo splendenti
alla luce dell’ultimo sole

noi siamo cuore nel cuore
e non è per finta

noi siamo unici
nel ballo della gran festa

noi siamo insieme
e siamo soli..

.. e luce sia..

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.. e dio disse kung e kung fu

.. comincia da qui la mia nuova avventura webbistica. dice, ma perché nun te fai er blogghe? mah, ecchenesò.. poi bisogna starci dietro, avere tempo.. di sti tempi non c’è mai tempo per avere tempo.. boh, vabbé, dico, ce provo..
mo’, chiano chiano, proverò a riempirlo sto blogghe, con un pensiero al passato (i 25 anni di teatro de La Dama non sono finiti nel dimenticatoio) e qualche obiettivo per il futuro..

intanto si comincia con “la guerra dell’acqua”, il monologo-libro che trovate a pag 2 di questo nuovo blog. è un progettino molto divertente che ho già proprosto in qualche situazione e che vorrei portare un po’ in giro.. andatevelo a leggere e, se volete, datemi qualche commento..

dice, ma perché questa storia del kung fu? .. niente. da qualche parte bisognava pur partire e a me è venuta in mente quella frase lì. e l’ho messa. e sennò che c’ho il blog a fare?

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