Vite veloci

(presentazione degli ospiti del XV Cervino Cinemountain Festival internazionale. ogni tanto, nel mio lavoro, posso scrivere come voglio)
di Max Vergani

La velocità ce l’hai nel sangue. Ci nasci. E’ un istinto primario che ti spinge ad andare oltre il limite. A cercare un limite superiore. Non c’entra la paura, quella c’è sempre. Non c’entra neppure il coraggio, che pure c’è. No, la velocità è una chiave di lettura dell’emozione.

Zeno Colò, recordman di velocità nel 1947 con 159,2 km/h sugli sci, azzurro tanto appassionato di medaglie quanto di sigarette: oro mondiale ad Aspen nel ’50 in discesa e gigante, oro olimpico (e mondiale) nel ’52 ad Oslo. Un autentico mito nella storia della velocità sulla neve.

E poi: Herbert Plank, primo azzurro a vincere sulla Saslong, la discesa della Val Gardena, bronzo olimpico (e mondiale) ad Innsbruck ’76; Kristian Ghedina, il discesista italiano più vincente di sempre con 13 primi posti e altri 20 podi in Coppa del mondo. Due argenti e un bronzo mondiali. L’uomo che irrise la Streif spalancando le gambe a 137,6 all’ora sullo Schuss d’arrivo. Era il 24 gennaio del 2004. Appena appesi (e non del tutto) gli sci al chiodo, Ghedina ha cominciato a fare il pilota. Velocità.

Sci, auto, moto, vela. Un campione d’oltralpe che la velocità non ha mai smesso di volerla provare è Luc Alphand, vincitore della Coppa del mondo di sci alpino nel 1997, 23 podi tra cui 12 vittorie nel circuito maggiore dello sci, bronzo mondiale nel ’96. Ma anche vincitore della Parigi – Dakar nel 2006, altri due podi nel 2005 e nel 2007. Ma ad arrivare dove Alphand non è riuscito, è stato Antoine Deneriaz, campione olimpico nella discesa di Torino 2006. La Francia che vince in Italia. Ed ecco chiuso il cerchio.

La velocità, l’eterna sfida fra cugini di Italia e di Francia. Tante storie da raccontare ed emozioni da rivivere.
Ad alta velocità, naturalmente.

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Le stelle

C’era una volta il re di un bel paese, che aveva tanti forzieri pieni di monete d’oro. Una volta all’anno, il re faceva portare tutti i suoi averi nella grande piazza del paese e li faceva aprire di fronte a tutti i suoi cortigiani, in modo che rimanessero stupefatti dalla luminosità di quelle scintillanti monete d’oro.
E tutti gli anni, dopo aver mostrato il suo tesoro, il re esclamava: “Anche il cielo invidia la luce dei miei tesori!” E faceva riporre i forzieri.

Un anno, mentre i servi del re si apprestavano ad aprire le casse, si era sentito un forte rimbombo nel cielo. Improvvisamente era calata la notte, e dal cielo era scesa in terra una specie di nube, fitta fitta, che impediva a chiunque di vedere.

Poi la nube si era diradata, e nel cielo era tornato a splendere un bel sole. Gli occhi del re si stavano riabituando alla luce e… incredibile! Il tesoro era scomparso! Non c’era più una sola moneta d’oro nei forzieri!

Il re era disperato: “Ma dove sono finiti i miei tesori?”, continuava ad urlare, correndo da una parte all’altra della sua reggia. E urlò fino ad impazzire, l’ormai povero re.

Quella notte, il cielo pulito del paese, risplendeva di tante, bellissime stelle. Come non se ne erano mai viste prima.

Da quella notte, tutti i poveri del paese guardano ammirati le stelle del cielo, perché quella è l’unica ricchezza che possiedono. E quando le guardano sono felici, perché quelle stelle sono il tesoro di tutti. E allungano le loro mani verso il cielo, nel tentativo di toccare le stelle. Ogni tanto qualcuno ci riesce. E tocca il cielo con un dito.

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drago

sono come un drago ferito
che soffia le ultime lingue di fuoco
prima di sbuffare l’ultimo fumo

sai, il drago?
l’eterno nemico?
ecco lui

io sono così
spinoso, puntuto
duro a morire

ma prima o poi
presto
qualcuno avrà ragione del vecchio drago

qualcuno, nel mondo,
sdraierà il drago
definitivamente

un piccolo filo di fiato
ed eccolo lì
il drago, finalmente morto

più nessuna paura
più nessun fastidio
più nessuna tenebra

ma mentre tornerà l’arcobaleno
qualcuno, nel mondo, ricorderà
il vecchio drago

chiederà della sua funambolica lingua
chiederà della sua corazza
chiederà della sua storia

il vecchio drago sarà passato
ma non passerà mai
la sua lingua di fuoco

io lo so
perché
sono il drago..

max (12 luglio 2012)

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fame

dove il sole cade
lì, sono gli occhi miei per te

dove il sole sorge
lì, sta il cuore mio per te

dove c’è luna
e c’è silenzio
e pace

quello che inquieta
il sonno mio

è
fame di te

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io no (reloaded)

c’è chi nasce con l’amore già nelle tasche
io no

c’è chi cresce con la saggezza sulle labbra
io no

c’è chi non mena pugni, schiaffoni e sputi
io no

c’è chi canta senza stonare, chi balla da dio
io no

c’è chi ride senza pensieri, ride e basta
io no

c’è chi è preciso, affidabile, puntuale
io no

c’è chi è il gioiellino di mammà e papà
io no

c’è chi non ha giorni difficili, notti insonni
io no

io non sono mai stato dalla parte giusta
ma esisto al mondo

io non sono mai stato allineato
ma esisto al mondo

io non ho mai scelto la via più facile
ma esisto al mondo

io ho vissuto pienamente per 44 anni
ed esisto al mondo

c’è chi non deve mai mettersi alla prova
io no

c’è chi piange solo per l’italia ai mondiali
io no

c’è chi vive nelle regole e con le regole
io no

c’è chi nasce ed ha 40 anni, c’è chi ha 40 anni
io no

c’è chi sa cosa è giusto e cosa è sbagliato
io no

c’è chi decide cosa è giusto o sbagliato
io no

c’è chi si sente giusto e chi sbagliato
io no

c’è chi parte giusto è arriva sbagliato
io no

io ho amore
l’amore esiste al mondo

io ho cuore
e il cuore esiste al mondo

io ho testa
e la testa esiste al mondo

io ho coglioni
e i coglioni esistono al mondo

non sta a me decidere se ho sbagliato, sbaglio o sbaglierò

a me sta solo il vivere, perdio

e io lo faccio

con cuore, testa, coglioni e con amore

si fotta, tutto il resto
.

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bacio di donna

ho deciso che molto ho scritto e molti non hanno letto.. per cui ho deciso che ripubblico sul bloggo alcune cosine che, secondo me, mi sono venute meglio.. giusto per dare una seconda, digitale, occasione.. sennò a cosa serve un blog? ricomincio da questa scaglia..

non sottovalutate mai
il bacio di una donna
o è una promessa
o è una scoperta..
per certo, non sarà mai
un’occasione perduta..

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piedi

i miei piedi stanno dritti
ancora

nonostante i tanti anni
che sopportano

sono asciutti
freschi
venosi
e venati

il sangue circola
nei miei piedi

nonostante il peso
non lo sentono

loro scrocchiano
si stirano
nervosi
respirano

io sono come i miei piedi
solo, ci sto sopra

e da qui in alto
tutto si vede molto meglio..

.. naa, non puzza di piedi..

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roccia

scivola via
il tempo

con i sogni
e l’elasticità

scivola
e se ne va

tutto quello
che profondamente ami

si allontana
e scivola

si sbriciola
anche se non vuoi

si frantuma
davanti ai tuoi occhi..

non ti resta
che essere
più forte della pietra..

per provare
ancora e ancora
semplicemente a vivere..

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al buio

al buio

ogni ferita si rimargina
ogni parola torna al proprio posto

solo le anime più inquiete
continuano a macinare carne sulle pagine

il nero della notte
è la tavola più candida

che accoglie i colori
di chi non può evitare

di continuare
a dipingere storie

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mezzo giullare, mezzo uomo

mi basta ascoltare la pioggia
o guardare un angolo della strada
o stupire gli occhi di un bimbo

e sempre scopro che c’è qualcosa da raccontare

a modo mio
non consueto
proprio quello che solo mi appartiene

l’ho sempre fatto, per sempre lo farò..

non so fare altro
che raccontare
non posso farne a meno

le mille grazie a chi mi vorrà ascoltare

perché insieme
costruiremo

in un attimo

la gloria fatua del giullare
e il cuore forte dell’uomo

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